Anche in questo secondo numero della nostra newsletter parliamo con uno dei 600 dipendenti di SintesiMinerva per conoscerne brevemente storia e attività. Abbiamo incontrato Andrea Pepe, referente per l’agricoltura sociale di SintesiMinerva e volto noto per chi frequenta DimORTO Buono al Pozzale. DimORTO Buono è l’area a fianco della REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza, ex casa circondariale) recuperata da SintesiMinerva per farne un luogo di resinserimento lavorativo attraverso attività di coltivazione di ortaggi, frutta, olive. È anche un’occasione di incontro con un’area per eventi nella Via dell’Orto e un punto di vendita di ortaggi coltivati con principi biologici.
Andrea, come vanno le attività a DimORTO Buono?
Anche se siamo in inverno, ci sono attività quotidiane da svolgere, dalla manutenzione mezzi alla preparazione del terreno. A metà marzo partiamo con la piantumazione di circa 10,000 piante. Seguiamo sempre i cicli stagionali, quindi partiamo con cipolle, aglio e porri per proseguire con peperoni e melanzane, per citare alcuni esempi. Inoltre ci occupiamo del negozio per la vendita al dettaglio, che anche di inverno è aperto dal lunedì al sabato, con orario 9-13.
Come sei arrivato a occuparti di agricoltura sociale?
Prima del Covid ero un personal trainer specializzato in esercizi fisici per il recupero post traumatico e per i problemi posturali. Con la chiusura delle palestre per quasi due anni a causa del Covid, ho cercato una nuova attività lavorativa e sono entrato in SintesiMinerva. Nel 2022 è partito il progetto di recupero dei terreni intorno alla REMS, e il progetto mi è piaciuto da subito. Ci sono voluti mesi di duro lavoro per pulire e recuperare i terreni e prepararli per le coltivazioni. Amo lavorare all’aperto e ho sempre avuto un orto da curare, in un terreno di famiglia, sin da quando ero piccolo. Quando pianto nuovi ortaggi, chiedo a chi esperienza e leggo articoli e finora ha funzionato molto bene.
I prodotti di DimORTO buono sono biologici?
Non abbiamo richiesto la certificazione, ma seguiamo i principi del biologico. Concimiamo solo con stallatico proveniente da allevamenti della zona. Cerchiamo di essere sostenibili quanto più possibile. Per esempio, la nostra irrigazione a goccia evita un uso eccessivo d’acqua.
Chi viene a comprare da DimORTO Buono?
I clienti sono soprattutto persone che abitano in zona e hanno saputo di noi tramite il passaparola oppure, qualche volta, dai social media. Si tratta di persone che apprezzano gli scopi sociali della nostra iniziativa, ma anche verdura e frutta saporite e salutari. La differenza con i prodotti della grande distribuzione si nota già a vista, prima ancora che dal sapore.
Ecco, gli aspetti sociali: voi qui fate reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, giusto?
Sin dall’inizio abbiamo collaborato con le istituzioni per avere persone da reinserire in un contesto lavorativo e sociale e cui insegnare una nuova professione. Al momento abbiamo sei ospiti della REMS che vengono quotidianamente a seguire le coltivazioni e aiutare con la vendita sul posto. Il programma di inserimento è gestito da noi con gli assistenti sociali e il loro lavoro e apprendimento è supervisionato quotidianamente da me.
Come vivi questa parte del tuo lavoro: aiutare persone svantaggiate?
È un’esperienza fantastica. Si crea un legame particolare con persone che non considero pazienti o detenuti, ma colleghi di lavoro. C’è molto rispetto reciproco e un’ottima intesa sia sul piano lavorativo che umano. Educatori ed assistenti sociali responsabili degli inserimenti mi hanno confermato che le persone inserite vengono volentieri e si appassionano alle attività. Imparano un lavoro che dà soddisfazioni, dove la manualità conta, si passa la giornata all’aria aperta e si produce cibo. Dopo il percorso di inserimento, di solito il percorso degli ospiti della REMS prevede un periodo in comunità, prima di arrivare a ottenere la libertà, e penso che le professionalità apprese a DimORTO Buono torneranno loro molto utili per costruire successivamente un nuovo percorso di vita.
Dopo l’inverno, quali novità?
Da aprile torneremo ad avere eventi serali. DimORTO Buono può essere richiesto per eventi, ma alcune serate le organizziamo noi, per far provare i nostri prodotti e per dar modo alle persone dell’empolese di godersi i posti a sedere nella Via dell’Orto. Poi stiamo cercando un posto adatto per un laboratorio di produzione di conserve e verdure sott’olio. Speriamo anche di aumentare la produzione di olio, perchè le nostre bottiglie finiscono sempre prima della nuova spremitura annuale. Infine rafforzeremo le attività di reinserimento lavorativo con laboratori e attività di orientamente all’interno del progetto F.I.U.M.E. in collaborazione con la Società della Salute Empolese Valdarno Valdelsa e altre organizzazioni del terzo settore. F.I.U.M.E. partirà ad aprile 2025, è finanziato dalla Regione Toscana attraverso i fondi PR FSE+ e avrà una durata di tre anni. L’obiettivo principale è accompagnare giovani e adulti in difficoltà verso il mercato del lavoro, offrendo loro percorsi di formazione e tirocinio personalizzati. I destinatari del progetto sono disoccupati o inoccupati in carico ai servizi socio-sanitari territoriali, con un’attenzione particolare verso le persone più vulnerabili.