Una REMS aperta al territorio e inclusiva con l’Agricoltura sociale: il progetto di SintesiMinerva

Una REMS aperta al territorio e inclusiva, grazie all’Agricoltura Sociale. È stato presentato oggi il progetto che SintesiMinerva porta nella REMS di Empoli, la Residenza per Esecuzione di Misure di Sicurezza detentive del Pozzale, che prevede l’apertura di una vera e propria ‘Area agricola’ nella zona circostante una parte della struttura. Il progetto ha ottenuto un finanziamento della Regione Toscana attraverso un apposito bando. La prospettiva del progetto è quella di offrire concrete occasioni di lavoro anche ai pazienti ospitati nella REMS nell’ottica di un loro rientro nel territorio di appartenenza alla fine della misura di sicurezza, ma anche di poter organizzare un luogo aperto ad iniziative anche per la cittadinanza.

Alla presentazione erano presenti l’Assessore all’Agroalimentare Stefania Saccardi, il Direttore della struttura Franco Scarpa, l’Assessore al Diritto alla Salute e Sanità SimoneBezzini, Valerio Mari dell’Ausl Toscana Centro, il Presidente Commissione Sanità del Consiglio regionale Enrico Sostegni, il sindaco di Empoli Brenda Barnini, il Direttore SdS Empolese Valdarno Valdelsa Franco Doni, e la presidente di SintesiMinerva Cristina Dragonetti.

Un progetto che, però, aveva già mosso i suoi primi passi. La Cooperativa SintesiMinerva aveva infatti già attivato una convenzione con l’Asl Toscana Centro che prevedeva la riqualificazione e la valorizzazione dei terreni intorno la struttura e l’avvio di un progetto di orticultura con gli ospiti: da quel progetto è nato un olio, che ha un nome e un cognome: ‘Dimorto Buono‘. Da un olio è poi nato un progetto più ampio: quello di creare una società agricola all’insegna dell’inclusione, della solidarietà e del cibo a km zero.

Da tempo stiamo investendo nell’agricoltura sociale – ha spiegato la presidente Cristina Dragonettigestiamo gli orti sociali del Comune di Empoli, con orti scolastici per l’Istituto Comprensivo Empoli Est e orti a tema come l’Orto del Farinata. Abbiamo avuto l’occasione di attivare qui una convenzione con l’Asl. Abbiamo creato qui un olio, chiamato “Dimorto Buono”, con cui abbiamo creato dei pacchetti regalo natalizi in collaborazione con la nostra libreria La San Paolo* (la bottiglia di olio con dei libri a tema). Li abbiamo messi in vendita. L’obiettivo è quello di allargare l’attività in questo settore e convogliare tutta questa esperienza in un progetto unico di società agricola. Il nostro marchio sarà proprio “Dimorto Buono”.

Quest’anno – continua la presidente Dragonetti abbiamo partecipato e vinto un bando regionale per potenziare il progetto iniziato qui alla REMS, e vorremmo aprire anche una vendita diretta al pubblico dei prodotti aprendo la struttura alla cittadinanza. A piccoli passi abbiamo iniziato un progetto innovativo per la REMS che coinvolge l’intera comunità. Oltre le classiche attività che incidono sul sociale, la nostra cooperativa vuole investire nell’agricoltura, e sperimentare nuovi modi di fare cooperativa sociale

ll pomeriggio è stata anche l’occasione per l’inaugurazione di un murales stile trompe-l’oeil interno alla REMS. Questo percorso è stato avviato anche grazie ad una collaborazione con il medico-artista Giosuè Cino ed il pittore Gabriele Innocenti, presenti all’inaugurazione, con l’intento di promuovere la creatività ed indirizzare verso forme d’arte che migliorino e personalizzino l’aspetto del luogo di convivenza.

“E’ un bel segnale – ha detto la vicepresidente regionale e assessora all’agroalimentare Saccardi – che in questa struttura che avevo inaugurato quando ero assessora regionale alla sanità, oggi si realizzi un progetto di agricoltura sociale cioè di inclusione e autonomia, che si connette a un territorio che ha sempre interagito con questa realtà. Il fatto che si realizzi qua un progetto di agricoltura sociale recuperando le funzioni sociali proprie dell’agricoltura, consentirà da un lato di coltivare e vendere i prodotti, dall’altro di offrire agli ospiti un’opportunità di formazione e di reinserimento restituendo all’agricoltura una parte di territorio”.

Tante volte parliamo di ‘integrazione‘ – ha detto l’assessore Bezziniqui c’è un esempio conncreto di che cosa significhi. Qui c’è la presa in cura sanitaria, ma non si è andato oltre. Una presa in cura a 365 gradi che coinvolge la dimensione medica, sociale, artistico-culturale, e lavorativa: elementi che vivono tutti insieme in questo luogo grazie ai contributi dei vari soggetti”

È stato bello vedere – ha detto il sindaco Barnini come in questi due anni e mezzo di attività i professionisti sanitari che ci lavorano siano riusciti a far sbocciare nuovi progetti. Agricoltura sociale insieme alla Sintesi Minerva Cooperativa Sociale e interventi culturali, progetti riabilitativi per gli ospiti della struttura e che possono offrire loro nuove prospettive di vita per quando potranno uscire“.